di Roberta Nigro
BRINDISI | È stata denominata «Last cash» l'operazione che in poco più di un mese dalla denuncia di une delle vittime ha permesso di portare in carcere Gianfranco Mezzolla e Angelo Librato, accusati di usura ed estorsione continuata, in concorso e aggravata, sia dal rilevante danno economico, che dall'aver approfittato dello stato di bisogno della vittima, nonchè dei danni provocati alla sua attività imprenditoriale. L'operazione condotta dalla compagnia dei carabinieri di Francavilla Fontana e conclusasi ieri 1 ottobre, alle prime ore dell'alba con l'arresto di Mezzolla, 45enne residente a San Pancrazio Salentino e Librato, 32 anni residente a Mesagne, nasce dalla denuncia, liberatoria, sporta dalla vittima. Le difficoltà economiche che attanagliavano l'uomo l'avevano spinto tempo prima a rivolgersi ai due con lo scopo di ottenere del denaro per far fronte alle proprie spese, denaro che una volta ricevuto doveva tornare nelle tasche dei due arrestati con interessi usurari. Nei confronti dell'imprenditore sono stati numerosi gli episodi estorsivi prima che la vittima potesse decidersi in maniera risolutiva a denunciare l'accaduto lo scorso 28 agosto. Da allora nell'ambito di una intensa e veloce attività investigativa, svolta sotto la direzione della procura della Repubblica di Brindisi, si sono susseguiti pedinamenti effettuati nel corso degli incontri, captazioni, riprese audio e video e riscontri documentali sugli interessi versati dalla vittima, da cui sono emersi gli episodi estorsivi.
TASSI D'INTERESSE ESORBITANTI | Sempre in concorso fra loro, Mezzola e Librato avrebbero minacciato con violenza le vittime del reato allo scopo di ottenere l'ingiusto profitto della consegna delle somme poi effettivamente corrisposte o di quelle promesse successivamente. Episodi di fronte ai quali per i due, già noti alle forze dell'ordine, è scattato il provvedimento dei fermi emessi dal sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco d'Agostino. A seguito delle indagini è emerso come, sempre in concorso fra loro Mezzolla e Librato, avanzando richieste dirette alle vittime, nonchè spalleggiandosi a vicenda in ciascuno degli ulteriori incontri con esse, in più occasioni distinte, ma sempre con il medesimo obiettivo, si facevano dare nel gennaio scorso, il corrispettivo di un prestito di 10 mila euro, concesso nel novembre del 2010. Interessi usurari pari alla somma complessiva di 65 mila euro, importo corrispondente al tasso d'interessi con capitalizzazione composta del 462% su base annua. Un altro episodio riscostruito nel corso delle indagini riguarda invece la consegna, tutto fuorchè spontenea da parte della vittima, di una propria vettura Audi A3 ai due arrestati di oggi. Negli ultimi tempi si erano perfino fatti promettere la somma complessiva di 24.000 euro, di cui 15.000 destinati a Librato e 9.000 a Mezzolla, recando un grave danno patrimoniale alla vittima, dalla cui denuncia sono derivate le indagini.
MINACCE E VIOLENZE LOGORANTI | Prima che intervenissero le indagini dei carabinieri sono stati ricostruiti numerosi episodi di minaccia e violenza. Dallo scorso mese di maggio la vittima veniva picchiata selvaggiamente perfino con l'ausilio di un bastone e di un tira pugni. In una di queste occasioni i due hanno colpito la vittima con una violenza tale da causargli la rottura di due costole. E risale proprio ad agosto, pochi giorni prima della denuncia, l'episodio in cui Librato pur di convincere la vittima dell'autenticità delle proprie minacce gli avrebbe mostrato la pistola riposta nella tasca dei pantaloni e, dopo aver vantato la propria parentela con il noto pregiudicato della Sacra corona unita Francesco Campana, faceva in modo che la vittima venisse impressionata dal tintinnio dell'arma contro i piedi di un tavolo di metallo. Risale a un mese fa invece la minaccia nei confronti della vittima di fare un'incursione in casa sua con una pala meccanica, se non avesse provveduto al pagamento entro il 14 settembre.
L'INTENTO DI RIPULIRE I PENSIONATI | Le rapide indagini, inoltre, hanno permesso di far emergere un ulteriore allarmante piano messo in piedi da Librato. Un metodo per recuperare il credito che aveva ormai raggiunto cifre astronomiche e che difficilmente la vittima sarebbe riuscita a corrispondere. Dopo aver coinvolto una parente della vittima, impiegata presso l'ufficio postale di San Pancrazio per farle aprire dei prestiti che andassero a coprire l'importo non ancora ottenuto, secondo la ricostruzione dei magistrati Librato e Mezzolla avrebbero pianificato una rapina presso lo stesso ufficio che si sarebbe dovuta effettuare proprio nella giornata di oggi.
Il piano avrebbe comportato gravi rischi per l'incolumità pubblica, anche se la donna avesse deciso di collaborare, in quanto come intuito dai due vi sarebbe stata alta liquidità per il pagamento delle pensioni. Librato aveva addirittura pensato ad un ruolo di «spia» della donna per cui anche valutato l'idea di segare le inferriate delle finestre dell'ufficio per accedervi di sopresa o di penetrare da una porta che un terzo complice, non identificato, insieme a Mezzolla avrebbe dovuto aprire dall'interno. Da questi ultimi progetti si sono susseguiti una serie di sopralluoghi che hanno consentito all'Autorità Giudiziaria di emettere il fermo data la possibilità che i due indagati potessero commissionare altri reati con la stessa ferocia e violenza già dimostrate.
VITTIME FORSE ANCHE ALTRI IMPRENDITORI | Gianfranco Mezzolla e Angelo Librato sono stati quindi raggiunti questa mattina nelle rispettive abitazioni, impedendoli di realizzare l'ipotetico piano e tradotti nella casa circondariale di Brindisi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria, in attesa dell'interrogatorio di garanzia. Per le vittime invece sono state già avviate le pratiche relative all'accesso al Fondo Vittime di Usura con la collaborazione dell'associazione Antiracket di Francavilla Fontana. Le forze dell'ordine non escludono la possibilità che ci siano altri imprenditori della provincia di Brindisi vittime degli stessi usurai.
Lunedì 1 ottobre 2012
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